Domenico Ciaffaroni, 59 anni, sindaco di Montefortino, quattro mandati, eletto con la lista Uniti per Montefortino.
Il problema più grave, oggi?
Il sisma ha colpito duro, metà della popolazione è stata evacuata. Per fortuna, diverse persone avevano una seconda casa cui ricoverarsi qui in paese. Altre sono state accolte nelle due strutture ricettive locali. Per cui la comunità di Montefortino non s’è disgregata. Credo che nella provincia di Fermo, il mio comune sia stato il più colpito. Oltre alle case dei privati, ad essere inagibili sono il Palazzo Leopardi che ospita i musei, e metà del palazzo municipale. C’è poi l’inagibilità del Santuario della Madonna dell’Ambro… che è una forte attrazione turistica. Ho apprezzato molto il progetto della Cassa di Risparmio di Fermo per un rapido intervento di restauro come segnale al territorio.
Comunque, il 2017 è stato un anno orribile.

E il 2018 come si profila?
Abbiamo colto dei segnali positivi. Sto parlando soprattutto di turisti. Per Pasqua sono arrivati in tanti, vuoi per il richiamo del santuario seppur danneggiato, vuoi per la bellezza dei Sibillini rimasta intatta. Ho notato anche delle scolaresche venute in visita. Le ultime: quasi 150 ragazzi sono saliti sino alla pieve di Sant’Angelo in Montespino.
A proposito di chiese: e San Leonardo?
Innanzitutto debbo dire che la Gola dell’Infernaccio è stata riaperta. E questo è un passo avanti. Poi, domenica scorsa l’arcivescovo mons. Rocco Pennacchio si è incontrato con le monache di Santa Vittoria in Matenano, proprietarie dell’eremo di San Leonardo, per fare un punto. C’è un interesse comune a restaurare l’edificio, riaprirlo e farlo vivere.
Farlo vivere come?
Non spetta a me decidere. Credo però che l’associazione Amici di padre Pietro possa fare qualcosa.
Com’è la situazione economica?
Parto dal positivo. Riscontro un interesse sempre più marcato dei giovani per l’agricoltura. Va anche detto che il terremoto non ha aiutato gli agriturismi e gli esercizi commerciali. Per questi ultimi ci vorrebbe un trattamento fiscale paragonabile alle farmacie rurali. Per le nostre piccole imprese ed esercizi (penso ai caffè, alle botteghe), ma anche per i cittadini, ci vorrebbe una tassazione diversa. Ne scrissi all’allora presidente della Repubblica Ciampi. L’ANCI ha diverse proposte rimaste nei cassetti. Il Parlamento non ha maturato questa sensibilità. Eppure siamo noi a proteggere e salvaguardare la montagna.
Ha mai pensato a un contributo volontario da chiedere ai residenti di altre zone che vengono sui Sibillini?
Qualche volta sì. In effetti sto pensando che la nostra risorsa idrica potrebbe portarci vantaggi. Nel senso di uno storno di qualche centesimo ogni tot litro d’acqua captato. Ma se Roma è lontana, Ancona non è che sia così vicina…
Altri problemi?
La burocrazia! L’avranno detto anche gli altri miei colleghi: ma è il vero bubbone. Con la burocrazia c’è l’incertezza dell’interpretazione delle leggi. E se siamo in difficoltà noi amministratori, immagino quanto lo siano i cittadini. Ho un rammarico: avevo trovato una cordata di imprenditori per risolvere le difficoltà di uno dei due stabilimenti per l’imbottigliamento chiusi. La burocrazia ha frenato tutto e alla fine dissuaso.
E poi c’è stato il patto di stupidità. Per cui anche con le risorse non potevamo intervenire. Ora, con il terremoto, è un po’ diverso.
Va bene l’ospedale così come pensato ad Amandola?
Medicina e lungo degenza sono un po’ poco. Avrei puntato su un pronto soccorso di quelli veramente efficienti e attrezzati, e su specialità sanitarie legate al nostro ambiente.
Proposte?
Una legge dello Stato per mettere insieme i comuni della montagna, e una campagna di sensibilizzazione, specie nelle scuole, per l’artigianato.
di Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino, giovedì 10 maggio 2018
#Montefortino #Sibillini #Infernaccio #SanLeonardo
Rispondi