Nanduccio stava davanti. Lo seguivano in trenta-quaranta ragazzi. Uno issava una testa di vacca scarnificata. L’impatto ci sarebbe stato a Palazzo,con gli altrettanti giovani di San Nicolò. Sassi, bastoni e cerbottane con siluri a spillo…
È sabato 17 novembre, ho raggiunto il Pincio di Montegiorgio e rivedo quegli scontri di 55 anni fa. Li collego agli odierni: i 100 ragazzi dinanzi alla Stazione di Porto Sant’Elpidio a colpirsi con le cinghie. Niente di nuovo sotto il sole? Molto di nuovo sotto il sole. Come la percezione, allora, di fare un cosa che non andava fatta; e l’esistenza di adulti, capaci di intervenire,sgridare, assestare una pedata. Oggi, no: tutto avvertito come lecito e possibile: E che ognuno tenga solo al suo!
Scendendo dal Pincio, si arriva al secondo colle del paese, dove sorge il teatro Alaleona. Stanno suonando e discutendo. L’una e l’altra cosa collegate. Il tema è di quelli pesanti: Emergenza educativa. Una risposta: la musica.

In platea e sui palchi 400 persone, molti gli studenti; nel Golfo mistico, diretti dal maestro Lelio Leoni, sessanta adolescenti della Banda giovanile interprovinciale delle Marche; sul palcoscenico, il sindaco Michele Ortenzi, i presidi Patrizia Tirabasso e Roberto Vespasiani, il musicista/sassofonista Massimo Mazzoni, i compositori Michele Mangani e Lorenzo Pusceddu, il presidente della Banda giovanile Vitaliano Pagliari e quello della Banda Alaleona Aroldo Leoni. E Antonella Belleggia che interverrà dalla sala.
Sembra un abbraccio tra il sopra e il sotto. Come se la catena intergenerazionale, stroncata nel Sessantotto, provasse a ricostituirsi, quanto meno a cercare risposte.
Gli adulti raccomandano un nuovo colloquio tra famiglie-scuole e giovani, e indicano la musica come capace di germogliare serenità, gioia e armonia. Quell’armonia di cui son fatte le cose.

Lo testimoniano in modo semplice le due ragazze che suonano il corno: Laura Alessandri e Francesca Sbarbati: la musica ci ha trasformate, e ora anche il bere la birra con gli amici ha un senso diverso.
Arrivano le note di Smokeon the water. E quasi si balla sui palchetti.
Massimo Mazzoni racconta una storia. Si trovava con il suo quartetto di sax in Alaska, per un concerto. Durante l’esibizione, in prima e seconda fila vede schierata una ventina di adolescenti. Siedono accanto ad un pope: un sacerdote ortodosso dall’abito nero e dalla barba lunga.Ascoltano con attenzione, immedesimandosi. Al termine, se ne vanno per primi. Ma per schierarsi e cantare in italiano agli ospiti italiani l’intramontabile Santa Lucia.Una sorpresa. Ancora maggiore quando si saprà che quei ragazzi hanno commesso reati, anche gravi. E sono stati affidati ad una comunità che li recupera attraverso l’arte e la musica. Attraverso la bellezza, quindi, attraverso l’armonia. Messaggio migliore non c’è.
Quale il prossimo passo? Lo svela Aroldo Leoni. Un’opera lirica: la musica c’è, i giovani musicisti ci sono, le scuole sono coinvolte, le associazioni di danza anche, e pure Montejorgio cacionàha detto sì.
Giovani, insegnanti, adulti. Insieme. La catena!
Il nulla, il non-luogo, non fa per loro. Chi delle istituzioni è mancato, ha perso un’occasione. Di capire.
di Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino, domenica, 25 novembre 2018
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