Il turismo va? Si! No! Forse!
Mentre a livello istituzionale si tenta di rispondere a queste domande, i singoli cittadini si organizzano come possono. Magari, anche incontrandosi al di fuori delle organizzazioni di riferimento e mettendo in comune quanto è stato attivato in maniera privata e senza alcun contributo pubblico.
È accaduto anche recentemente a Porto San Giorgio, dove un gruppo di persone s’è ritrovato intorno ad un tavolo e si è raccontato.
Significativa la storia di Simona Cintio che ha unito la passione per la campagna con quella per la bicicletta e la voglia di far turismo, riuscendo, l’estate scorsa, in una piccola impresa che è esemplare. Da far conoscere.

I genitori di Simona abitano una casa su un crinale di Grottazzolina. Intorno c’è un ettaro di terra oggi tenuta a foraggio. Ci sono anche una vigna e un oliveto da cui ricavano vino e olio per uso famigliare.
Non manca l’orto, con le coltivazioni stagionali.
Bene! Come coniugare tutto questo con il turismo? Quando le cose sono cercate con determinazione le cose ti vengono incontro.
Girando su internet, Simona si imbatte in un portale, tra l’altro gestito da un marchigiano. Si chiama Garden sharing, ed è un nuovo modo, semplice ed innovativo, per campeggiare su spazi privati. Chi li ha può proporsi. Il portale metterà insieme domanda ed offerta.
Simona ha fatto bingo. Prende contatti, si iscrive, scatta le foto dell’ambiente. Le foto riguardano il suo giardino piccolo, quello più grande, il cortile davanti a casa, l’orto, la vista sui Sibillini e l’altra sul fiume Tenna.
Inserisce tutto in rete e, a distanza di pochi minuti, una coppia di austriaci chiede di soggiornarvi con la roulotte. Detto e fatto. La coppia arriva per una vacanza di cinque giorni. Lei è insegnante, lui responsabile di un settore di un’azienda metalmeccanica, il cane è un cane, ma tenuto come un figlio. Il posto piace. La campagna è stupenda. L’affaccio sui monti incredibile. I servizi non mancano. C’è poi la bicicletta. Simona conduce la signora in pedalate a San Ruffino di Amandola, a Campofilone, a Servigliano per un caffè in piazza, a Fermo per una visita al Duomo.
I cinque giorni previsti si raddoppiano. È bello, la sera, cogliere i pomodori dall’orto e cuocerli sulla brace, tra gli alberi, mentre il cane sguazza all’aperto.
La permanenza, raddoppiata, termina. Saluti, abbracci, baci, e un giudizio stratosferico lasciato successivamente sul portale.
Nel frattempo, arrivano richieste anche dalla Francia. Una famigliola vorrebbe campeggiare in tenda. Quelle immagini della terra marchigiana sono molto piaciute. Si può fare. Arriva. La tenda viene posizionata nel giardino grande. Al mattino la coppia guarda il sole spuntare dal mare che sembra lì sotto, al pomeriggio scomparire dietro a Monte San Vicino, che sembra a due passi. Campagna, passeggiate a piedi, prodotti genuini colti la dove nascono, silenzio, e visite ai borghi circostanti. Può funzionare? No, funziona già.
A Simona arrivano altre richieste. Sta meditando cosa fare e come farlo. Al meglio.
di Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino, Venerdì, 22 febbraio 2019
Rispondi