Gente di Campo. Maiali e Soyalism

Maiali nella nebbia. Libro ironico, storia vera. Enrico Gentili lo scrisse nel 2009. Suo padre Lello (o Lelo per qualche originario slavo che lavorava in azienda) aveva a Montegiorgio un allevamento e un commercio di suini. Il lavoro andava bene fino a quando grandi società non entrarono sul mercato. Per Lello e i suoi fu la fine.

Oggi, intorno ad Alteta, Country Pig (Mauro Bastianelli) alleva maiali, li tiene liberi nei campi, li macella, li trasforma in prosciutti, salami, ciabuscoli, lonze, li vende nel suo bellissimo negozio di Archetti di Rapagnano. Non è il solo. Ci sono allevatori a Petritoli, Monte Giberto, Monte Vidon Combatte, e in diversi altri centri dell’alta collina fermano-maceratese. Sono allevamenti di qualità, con prodotti di qualità. Soprattutto, sono un circuito a km zero, mercato limitato nel senso migliore del termine. Unico modo per resistere alle future pressioni del mercato. Perché il futuro appare minaccioso. Un drappello di nostri allevatori sarà presente giovedì 14 marzo al cinema Italia di Macerata dove, alle 21, sarà proiettato un film inchiesta che porta la firma di Enrico Parenti e Stefano Liberti. Il primo è un regista; il secondo un giornalista che ha scritto il libro I signori del cibo. Viaggio nell’industria alimentare che sta distruggendo il pianeta. Il film, tratto dal libro, s’intitola Soyalism. Un atto d’accusa. La tesi è la seguente. In un mondo sempre più sovrappopolato e in preda ai cambiamenti climatici, il controllo della produzione dei beni alimentari è diventato un enorme business per una manciata di poche gigantesche aziende. Seguendo la filiera di produzione industriale della carne di maiale, dalla Cina al Brasile passando per Stati Uniti e Mozambico, il documentario descrive l’enorme movimento di concentrazione di potere nelle mani di queste ditte, che sta mettendo fuori mercato centinaia di migliaia di piccoli produttori e trasformando in modo permanente paesaggi interi. A partire dai mega-allevamenti intensivi in Cina fino alla foresta amazzonica minacciata dalle coltivazioni di soia sviluppate per nutrire animali confinati in capannoni dall’altra parte del mondo, questo processo sta pregiudicando gli equilibri sociali e ambientali del pianeta.

La soia è usata soprattutto come mangime per gli animali, specie per i maiali, e la sua domanda è destinata dunque a crescere con l’aumento del consumo di carne nel mondo. In Brasile, ad esempio, centinaia di migliaia di ettari sono già stati convertiti alla monocoltura, soppiantando le piccole produzioni locali. I raccolti servono a rifornire specialmente il mercato cinese, dove gli allevamenti locali si intensificano per soddisfare le nuove abitudini alimentari di oltre un miliardo di persone. Un business internazionale che punta a eliminare le alternative.

Un grosso campanello d’allarme. Come reagire? Se ne discuterà con i piccoli produttori della Terra di Marca, oltre che al termine del film, anche nel corso della presentazione del libro prevista per lo stesso giorno, alle ore 18, presso la Biblioteca dell’Università maceratese, ex Palazzo del Mutilato.

di Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino,Venerdì, 8 marzo 2019

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