Mi reco nella sala registrazione di FMTV. Su una delle pareti campeggia una stampa. È tratta da un dipinto, rappresenta la rocca di Montefalcone e lo strapiombo sulla vallate dell’Aso. Chiedo informazioni sull’autore. Mi rispondono che si tratta di un’artista, ucraina. Coincidenza: m’imbatto giorni dopo in una pagina fb dov’è pubblicata una serie di ritratti. Sono perfetti. Sicuramente per la tecnica, specialmente per il calore umano che irradiano. L’artista coglie il profondo della persona, dico tra me. La curiosità cresce. Cresce ancora di più quando vengo a sapere che il già Procuratore della Repubblica di Macerata Mario Paciaroni acquistò un quadro della nostra artista nel febbraio del 2012 in occasione della mostra-concorso La Giustizia. Iniziativa ideata dallo stesso Paciaroni allo scopo di sensibilizzare, attraverso l’arte, l’opinione pubblica sui problemi del settore.

Sto raccontando di Valentyna Marchuk. La incontro nei locali del Caffè Belli di Fermo dove tra qualche mese esporrà i suoi dipinti. È timidissima, riservata, occhi azzurri, una piccola porcellana, fragile.
Viene dall’Ucraina, dalla città di Sarny. Risiede in Italia dal 2000. Un trasferimento per studiare canto lirico al Conservatorio di Fermo, dopo aver frequentato un istituto musicale in Bielorussia.
Nel 2003, l’iscrizione; nel 2008, il diploma. Avrebbe bisogno di ulteriori corsi, ma occorrerebbero soldi. Lei non ne ha a sufficienza. E anche per vivere occorre procurarseli. È proprio in quel periodo che Valentyna riprende in mano – in effetti non li ha mai dismessi – tele e pennelli. Ha una vocazione innata al disegno e alla pittura. D’altronde, è figlia d’arte. Suo padre Vasiliy è stato un notevole disegnatore, e sua mamma Svetlana ha sempre coltivato il talento dei suoi ragazzi. Valentyna ha respirato arte e manualità da subito.
Così, nel 2008, rende pubblica la passione privata. I ritratti sono la sua specialità. Una persona gliene chiede uno. Fatto! L’opera è apprezzata. La voce circola. Arrivano altre richieste. È un buon momento. Chi si fa ritrarre non vede solo il suo volto e il suo corpo, vede sfolgorii di anima. L’artista scende nel profondo, cattura gli stati d’animo. Non è un caso che, nel 2013, allestisca una mostra personale dal titolo Finestra sull’anima, curata dal cav. Mario Ottaviani e dal critico Toni Casole. Quest’ultimo scriverà di lei che prima di dipingere le è necessario conoscere la persona, cogliere i suoi sentimenti.
Partecipa anche alle collettive di Macerata, Monte San Giusto Cupra Marittima. Valentyna è un’artista che ha bisogno di tempo per dipingere. Deve rimuginare, collocare, trovare l’incipit. Sul fronte dei guadagni le cose non è che vadano un granché. Così, si fa barista, commessa di negozio, aiuto cameriera, aiuto cuoca. Occasioni anche per conoscere la gente e capirla.
Quando mi incontra porta con sé un mazzo di foto. Le scorro. Sono ritratti: della costumista RAI, del libraio e della sua famiglia, del vasaio, del ciabattino… Tante persone, tante storie.
Noto i colori. Lei ama i colori. Ma non quelli accesi. Preferisce i tenui, pastelli, come nel bambino che appoggia la mano destra alla guancia e guarda le auto in miniatura; o la bambina che dondola tra i fiori; o il paesaggio di campagna. Ecco: i paesaggi! Valentyna ama quelli onirici, sognati e che vorrebbe che esistessero sul serio.
Quando era piccola, sua madre la invitava a disegnare ciò che più la colpiva. Quei disegni diventavano dono per amici e parenti.
Mi piace pensare che non abbia del tutto abbandonato la musica. E che di sera, da sola, accenda il pianoforte elettrico e si accompagni in un’aria di Puccini.
di Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino,Sabato, 13 aprile 2019
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