Strada Mezzina, territorio di Montegranaro, sulla sinistra, appare un rettangolo ampio di verde che digrada dalla collina verso il torrente Ete morto, con un boschetto sul limitare del corso d’acqua.
Mi ha sempre incuriosito. Ho scoperto cosa sia grazie a Jerry Gesuelli. Lui insieme a Sandro Montironi, guiderà i cavalieri che, il 4 e 5 maggio, risaliranno il Tenna aprendo la prima ippovia marchigiana. Jerry è guida equi-turistica e da poco gestisce con l’A.S.D. Equiturismo Venere la scuderia dell’Azienda agricola Le Dame di Montegranaro. Quel rettangolo, dunque, è maneggio e agriturismo. Ci vado.

Appuntamento alle 9. Arrivo mezz’ora prima. Jerry ha un forcone in mano. Sta dando da mangiare ai cavalli. Solleva il fieno e lo depone nelle capannine. Il fieno arriva direttamente dall’azienda. A dargli una mano c’è Gloria, 20 anni, grafica ma appassionata di cavalli sin da piccola. Poi, conosco Stefania Quattrini, la proprietaria che ha come obiettivo la prossima apertura di un B&B con quattro camere e dodici posti letto. Il luogo si presta. C’è un boschetto più avanti, come dicevo, con pioppi, olmi, noci e anche prugne antiche. Il colore degli edifici mi fa pensare al pompelmo rosso.

Jerry ha 42 anni, originario di Mogliano, ha i cavalli nel DNA. Sua madre Antonia e sua zia Maria gli raccontavano che loro padre: Dino Cursi – il nonno di Jerry – era tornato dalla seconda guerra mondiale, dalla disfatta in Grecia, proprio a cavallo. Se l’erano visto apparire, all’improvviso, un giorno, in sella a quel quadrupede che forse gli aveva salvato la vita.
Per 16 anni, Jerry è stato agente di commercio, settore vernici. Poi, la passione che può diventare lavoro. Ma occorre preparazione. Inizia così a frequentare i maneggi, acquista una cavalla: Idea Fuggente, acquisisce i brevetti di operatore tecnico di base, tecnico primo livello e guida equi-turistica. Quindi, l’occasione giusta. L’azienda agricola Le Dame cerca un gestore per la scuderia, una persona preparata che abbia cura dei cavalli e guidi ospiti e appassionati in passeggiate. Jerry si fa sotto e inizia il suo impegno.

I cavalli sono dieci. La razza è quella irlandese, quella che tira i carretti carichi di botti di birra. Ne arriveranno altri, prossimamente, stavolta anglo-arabi.
Le strutture sono nuovissime. 14 box nella scuderia, una selleria, un lavaggio, sei capannine e nove paddock.
Di fatica ce n’è tanta: i cavalli vanno fatti mangiare, puliti, strigliati, «lavorati», cioè fatti muovere alla corda e montati. Jerry inizia alle otto per smontare alle 19,30. «Quando c’è la passione, – sottolinea – la fatica non si avverte».

La signora Stefania mi racconta la genesi dell’azienda: acquistata nel 2012, lavori ultimati nel 2014 e tra poco la partenza ufficiale, puntando sulla serenità, silenzio e bellezza della campagna, sulla possibilità di passeggiate equestri e, sicuramente, sul cibo. Secondo me prepara marmellate, glielo sento dire sottovoce.
Pensiamo sempre a Montegranaro come centro della calzatura, dimenticando che esiste intorno una meravigliosa campagna ancora tutta da scoprire. Da gustare. E da cavalcare.
di Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino, Venerdì 26 aprile 2019
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