Clinica della Scarpa! Porto San Giorgio, via Properzi, 96. Luigi Mercuri mi sta aspettando. La sua è una bottega storica, di storici calzolai. Luigi indossa un grembiule marrone con un rinforzo di pelle al centro, tipico dei vecchi e bravi artigiani. Alle spalle del bancone centrale, lungo e stretto, penzolano le calzature aggiustate. Parliamo, di tanto in tanto interrotti dai clienti. Bene così: è così che ci si guadagna il pane. Luigi, 62 anni, mi è subito simpatico. Volto largo, baffetti, ciuffetto curato sotto il labbro inferiore, occhiali. Arguto nel dire e nel rispondere. Dunque, partiamo: calzolaio!

«Calzolaio sì, ma con una lunga esperienza in altre ambiti». Iniziamo dalla scuola: Liceo artistico, diplomato come disegnatore tecnico; obiettivo successivo: facoltà di architettura. «L’Università non l’ho fatta per motivi economici». E, allora, subito al lavoro. Prima come barista al caffé dei ferrovieri, poi come dipendente presso la lavanderia industriale Cossiri. «Però al calzolaio ci pensavo da sempre: svolgendo turni alla Cossiri, quando ero libero tornavo nella bottega che era stata di mio nonno Giuseppe Gasparini ed era, a quel tempo, di mio zio Ernesto Perticarà».

Quindi, le mani al martelletto, alle pinze, alle suole, alle «bollette», al cuoio erano abituate. «Erano abituate sin da quando ero bambino. Uscivo dalla scuola elementare e mi fermavo da mio nonno in bottega prima di andare a pranzo». Nonno Giuseppe era un personaggio a Porto San Giorgio. Lo chiamavano il «poeta-ciabattino». Scriveva e declamava poesie, e riuniva nella sua bottega i giovani universitari sangiorgesi. Anche i sindaci passavano di lì.
Da 20 anni, Luigi tira avanti la Clinica che fu dei suoi parenti. Sempre quella. «Il lavoro non manca, anzi, aumenta, ma è il guadagno a calare». La concorrenza straniera è forte. I cinesi vendono scarpe a due soldi, abbattono i costi e Luigi deve diminuire i suoi prezzi, che sono (mi informo) già bassi. Da novembre s’è imposto una regola: chiedere il pagamento anticipato. Non lo aveva fatto prima. Ora deve. «Capita sempre più spesso che le scarpe riparate non vengano ritirate…». Com’è la clientela? «Di tutti i tipi». Ne arriva un esemplare. Vuol tingere di nero una scarpa di camoscio quasi bianco. «Non si può» spiega Luigi. E l’altro: «Come faccio?». Risposta di Luigi sornione: «Mettiti gli occhiali scuri». Risate. Mentre parliamo, l’occhio mi va ad una vecchissima macchina Singer. «È proprio antica» spiega il mio interlocutore, «la regalò un vecchio calzolaio di Vigevano a mio nonno». Alle pareti campeggiano alcuni manifesti. Sono i concerti tenuti dai suoi figli: Diego e Alfredo, chitarrista e pianista. Il primo, interprete magistrale di Bruce Springsteen, il secondo dotato di orecchio assoluto. La musica è stata sempre la passione di Luigi, che l’ha trasmessa ai figli. «Facevo sentire Bruce a Diego già nel girello, e lui si muoveva a ritmo». Davanti alla bottega c’è un’auto in sosta. Carica di strumenti musicali: chitarre, piano, batteria. È la macchina di Luigi che segue sempre i suoi ragazzi nei concerti. Dopo l’Abruzzo e la Lombardia, il prossimo sarà domenica alle Frattine di Porto San Giorgio. Chissà se Bruce ha mai cantato i calzolai. Glielo chiederò, a Luigi s’intende. E, per ora: buon lavoro e buon ascolto!
Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino, Giovedì 6 febbraio 2020
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