Dopo quelli di Montegiorgio e di Porto San Giorgio, passiamo a parlare oggi dell’ospedale di Sant’Elpidio a Mare. Il sindaco Alessio Terrenzi è stato uno dei più attivi – e in tempi non sospetti – a rivendicare un ruolo decisivo per i piccoli nosocomi. Lo abbiamo intervistato.
Come pensare oggi agli ospedali minori? Che ruolo potranno assumere?
«Nel pensare al futuro dei piccoli ospedali è necessario avere una visione d’insieme che prescinda dall’emergenza che stiamo vivendo.
Credo che sia opportuno partire da una precisa considerazione: la medicina diventerà sempre più personalizzata, deve essere sempre più vicina al cittadino e sarà necessario accedervi con sempre maggiore facilità».

Ma, dopo tante riforme – e tagli –, che può fare un sindaco?
«Il Sindaco è l’istituzione più vicina al territorio pertanto su discorsi di questo tipo, pur non essendo di sua esclusiva competenza, trovo che il suo coinvolgimento sia fondamentale.
Onestamente credo che la centralizzazione non funzioni più. Si è sempre pensato a Fermo come il piccolo ospedale di provincia al quale fare riferimento per ogni necessità: ebbene, su questo non sono d’accordo».
Quindi lei che propone?
«Io credo che si debba iniziare a pensare all’ospedale di Fermo come ad un ospedale d’eccellenza, dove trovare delle vere e proprie “super specialità”.
Il resto va distribuito nel territorio affinché i servizi di base siano più alla portata di tutti».
Entrando nello specifico?
«Penso al potenziamento delle attività ambulatoriali, tanto per citare qualche esempio: per una mammografia o una RM lombosacrale o al ginocchio, perché andare dentro ad un ospedale? Credo che si debba puntare sia sulla specializzazione a Fermo sia sulla distribuzione dei servizi sul territorio: sono due binari che devono correre paralleli per poter avere una visione complessiva efficiente e realmente utile alla cittadinanza».
Ma questo è un progetto per l’avvenire. Oggi c’è il Covid.
«Certo. Questo è un discorso che prescinde dall’emergenza Covid-19. È una visione complessiva attorno alla quale potremmo parlare per ore ma che si semplifica con poche parole: puntare sull’ospedale di Fermo per le cure avanzate e la medicina personalizzata (il che vuol dire nuove cure per i tumori e per le malattie croniche) e alla periferia per i malati non gravi che necessitano di poter accedere con semplicità ai servizi».
E su questi punti Terrenzi non cederà. Quantomeno è quel che ci pare di cogliere. È deciso a portare avanti la distinzione tra grande e piccolo. E a trascinarsi dietro i suoi colleghi. D’altronde, l’ospedale di Sant’Elpidio a Mare è, strutturalmente, pronto ad accogliere nuovi servizi.
Resterebbe l’incognita di personale specialistico, sanitario e para-sanitario. Ma il problema non è locale. 22 mila giovani medici hanno partecipato due mesi fa al concorso nazionale per l’assegnazione di circa 14.500 borse di studio per le specializzazioni. I risultati del concorso, bandito dal Ministero dell’Università e della Ricerca, ancora non sono stati resi noti, anche a causa di ricorsi e ritardi nella pronuncia giudiziale. Ma forse lo sarà proprio in queste ore. Facciamo gli scongiuri.
Adolfo Leoni, Il Resto del Carlino, Mercoledì, 16 dicembre 2020
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