Leggo e rileggo il profeta Pier Paolo Pasolini. Nella mia visita a Massa Fermana mi accompagna una sua frase: «Occorre difendere gli antichi viottoli, occorre difendere il passato senza nome, popolare, perché la grandezza dell’Italia era la congiunzione tra la cultura alta e la cultura popolare».
Nel piccolo paese del cappello è andata in scena MArCHESTORIE. Sindaco Caraceni e collaboratori hanno pensato bene di ripescare e proporre al pubblico una pagina della propria storia castellana: quella dei Brunforte. Pagina quasi dimenticata se non per la presenza del torrione d’ingresso che porta il nome della potente famiglia.

Davanti alla facciata dai merli ghibellini, quelli a coda di rondine, un gruppo di attori amatoriali e un professionista: Tiziano Pelanda, hanno messo in scena l’arrivo delle truppe di Carlo d’Angiò e l’insediamento di Fidismondo di Brunforte. La regia è stata affidata a Donatella Calamita, massetana d’origine, attrice per qualche anno ed oggi insegnante di lingue a Terni.

Perché ne tratto in Civile Società? Perché l’iniziativa regionale, a Massa come in altri comuni, può essere l’inizio di un percorso culturale diverso, capace di legare, per dirla alla Pasolini, cultura alta e cultura popolare, e coinvolgere le comunità locali invitandole a cogliere il proprio genius loci. Stringo l’obiettivo, per semplificare, sul paese dei cappelli. La proposta ha mobilitato. Cosa raccontare? Come raccontarlo? Chi coinvolgere? Come farlo? Il primo passo è stato quello di riportare a galla, mobilitando energie e cervelli, una pagina della propria storia. Il secondo passo ha riguardato la modalità di veicolazione: sono stati messi insieme attori dilettanti guidati da due professionisti. Un lavoro di approfondimento e messa in scena, con un tempo risicatissimo a disposizione. Terzo passo, la realizzazione di un gradevole libricino illustrato adatto ai minori ed anche al pubblico venuto allo spettacolo. Testo di Donatella Calamita con il contributo di Michele Borboglini, e disegni di Claudia Calamita con il contributo di Achraf Bouchabane (Ashi). Intento: quello di far conoscere le origini del Centro alle nuove generazioni comprese quelle di immigrati. E non è poco.
Dando uno sguardo a questo primo scorcio di MArCHESTORIE, direi ottimo lo stimolo a rinverdire le radici, necessità però di una maggiore consapevolezza dei significati e superamento di una modalità, in alcuni casi, da commedia “grassa” con strascicature dialettali che nulla hanno a che fare con il nostro dialetto vero.
Giovedì, 9 settembre 2021
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