La sera precedente la Festa dell’Immacolata concezione (8 dicembre), una falce di luna bassa, dai colori tra il rosa ed il viola, quasi s’adagiava sui monti innevati emananti l’ultimo bagliore d’argento. Alla sua sinistra, poco più in alto, la fredda Venere era come se sorvegliasse l’intera scena.
Ho pensato a chi, verso montagna, potesse godere ancor di più della fantastica notte.
Chissà se l’otto dicembre qualcuno fosse in cammino lungo sentieri poco conosciuti.
La luna, dunque, e le stelle… Torna il Leopardi del Pastore errante e delle sue profonde domande di senso. E torna pure Vincent Van Gogh con la vertigine della sua stellata.
Quante volte, nel tempo della libertà pre Covid, abbiamo percorso viottoli bui, illuminati solo dalle luci del cielo!
Ho sempre agognato di conoscere approfonditamente le costellazioni che ci sovrastano. Ora mi aiuta – e ci aiuta – un ottimo libro dal titolo Passeggiate nel cielo stellato, Andrea Livi Editore. Lo ha scritto Luigi Verducci che nulla ha a che fare con la scienza astronomica. Lui è psicologo. Ma come faceva a non farsi ammaliare dalle punteggiature celesti? Dalla sua casa nella campagna di Monteleone di Fermo si gode un panorama superbo. Di notte ancora di più. Ho guidato diverse camminate in quei luoghi, so bene.

Ecco, allora, che Verducci inizia una lettura e un approfondimento dell’astronomia. E immagina, ma secondo me effettua sul serio, quattro passeggiate, tante quante le stagioni. E ne individua le stelle, le costellazioni, sempre a partire dalla Stella Polare. E collega gli astri e i loro fantastici disegni ai miti greci. Stupendo! Anche perché quell’uomo che un tempo alzava gli occhi e le braccia al cielo, oggi si sta ingobbendo e richiudendo a tartaruga davanti al computer.
Verducci parte dall’Orsa Maggiore, cita Merak, Pechda, Megrez, Alkaid… Scrive di Callisto, figlia del licantropo Licaone. Tratta dell’Orsa Minore che, per la mitologia greca, «rappresenta la pianta dalle mele d’oro che Gea, dea della Terra, regalò a Giunone il giorno delle nozze con Giove». C’è poi, saltando di molto, la Costellazione del Delfino, che ci «parla di Poseidone, il dio del mare, del periodo in cui era pensieroso perché non riusciva a trovare una moglie che fosse a suo agio nell’acqua». Si dovrebbe continuare ancora. Ma lo spazio è impietoso. Certo è che, con il libro in mano e la lettura fatta, ora guarderemo in modo diverso l’Infinito. Riflettendo, affascinati dalle trapuntature, sulla sua ancora misteriosa origine.
Adolfo Leoni, Domenica 12 dicembre 2021
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