Che succede al Cristianesimo? Siamo in pieno “sonno della fede”? Pur sbagliando i tempi, dobbiamo dar ragione a Voltaire che scriveva nel 1773: «Nella cultura nuova, non ci sarà futuro per la superstizione cristiana. Io vi dico che, tra venti anni, il Galileo sarà spacciato»?
E quando papa Francesco afferma che ci troviamo, non in un’epoca di cambiamenti, ma in «un cambiamento d’epoca», cosa vuol significare? Sono tante le domande che riemergono proprio mentre il mondo sembra aver smarrito la bussola. Però, tra enormi cambiamenti, il senso religioso, magari con altri tratti, riemerge denunciando l’insopprimibilità di un’apertura al trascendente. Che torni a riaffiorare l’aforismo di Shakespeare: «Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia»?

Proprio in questi giorni è andato in libreria un poderoso volume del presbitero fermano don Giordano Trapasso. Edito da Cittadella editrice, s’intitola “Uomo, Religione, Sacro, Rito, Comunità in un cambiamento d’epoca”. Oltre trecento pagine dense che indagano dall’antropologia alla sociologia, dalla filosofia alla psicologia, tenendo conto del fatto religioso sempre insito nel cuore dell’uomo. Un voler capire, un voler attraversare il mare mosso dei tempi attuali.
Docente di filosofia presso l’Istituto Teologico Marchigiano, vicario per la pastorale e per il clero nell’arcidiocesi di Fermo, don Trapasso ha prodotto un volume importante frutto di lunghi studi e riflessioni, basti scorrere la sterminata bibliografia che ha assunto. Importante per «il popolo di Dio» ma, alla fine, per ognuno che voglia orientarsi nell’oggi.
Scorrendo l’indice, l’autore coglie gli aspetti del mutamento antropologico in atto: dalla natalità alla storia dei giovani, dal rapporto dell’uomo con la terra all’adulto post moderno, passando poi al cammino della religione, alla genesi della secolarizzazione, all’epoca dei riti tristi e alla voglia di comunità. Ma non è soltanto la foto della postmodernità. È un discernimento, una proposta, un invito a «riconoscere la verità» entro le nuove pieghe del mondo, l’ontologia della persona, ciò di cui è fatta, ci verrebbe da dire. E tutto questo per un nuovo «profilo di chiesa». Dove la crisi della chiesa non deve spaventare, dice don Giordano, ma essere occasione di una maggiore coscienza. D’altronde la chiesa è “semper reformanda”.
Un libro chiaro, scritto bene e che si legge bene. Un punto fermo nella tempesta.
Adolfo Leoni, mercoledì 8 giugno 2022
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