Se lo prendete in mano, l’elegante libricino edito da Andrea Livi vi rilascerà un profumo inebriante.
È il profumo di colonia. Un ottimo profumo. Piaceva a Ludwig II re di Baviera, a Sissi imperatrice d’Austria-Ungheria, al conquistatore Napoleone Bonaparte, al grande scrittore Goethe, e a tantissimi altri noti e meno noti. Wagner ne consumava un litro alla settimana e poi volava cavalcando con le Walkirie.
Il volumetto ha come titolo Acqua di Colonia – storia di un malinteso.
Lo ha scritto la professoressa Bianca Cruciani, docente di tedesco, innamorata della kultur teutonica. Da anni, la nostra, che insegna a Fermo e vive a Massa Fermana, è impegnata nella realizzazione di scambi culturali con il Liceo svizzero di Zofingen, con l’Altkoenigschule di Kronberg nei pressi di Francoforte, e, dal 2006, con il Platen-Gymnasium di Ansbach, città tedesca gemellata con Fermo.
Frequentando quelle terre e studiando la civiltà tedesca, la nostra prof.ssa ha ricostruito la storia del noto profumo, che ha origine con un italiano: Giovanni Maria Farina. Un italiano in Germania.

L’incipit inquadra il “problema”: «Doveva esserci un irrespirabile fetore per le vie di Colonia…». Era il 1700 e di toilette in casa poche o nessuna, ogni tipo di liquame veniva gettato in strada, a volte colpendo l’ignaro passante. Ma più di tutto erano le puzze. Immaginate quante… «Giovanni Maria Farina ne aveva le scatole piene…». Così, data la situazione di sporcizia e di odori nauseabondi per la città, e dato il suo finissimo olfatto, Farina si diede alla professione di parfumer e«volle regalare a Colonia e al mondo intero una pregiata essenza profumata, un odoroso effluvio tra i più raffinati e desiderati in Europa e non solo». Ed eccolo, allora, il profumo di Colonia, e la sua storia. Ancora oggi, scrive la Cruciani, un Farina: Johann Maria, continua l’opera aziendale del tris tris nonno.
Quasi a conclusione del pregiato libricino, Bianca inserisce alcune curiosità tratte da una indagine circa il comportamento delle genti in tempo di Covid-19: gli italiani hanno fatto scorta di pasta e farina, i tedeschi di carta igienica, i francesi di vino rosso e profilattici, gli americani di armi e pasticche, i turchi, invece, hanno preferito l’acqua di Colonia ovvero Kolonya, come la chiamano loro.
Tornando all’autrice, interessanti sono state le visite organizzate per le sue classi al Parlamento europeo, alla Banca Centrale Europea a Francoforte e alla sede ONU di Ginevra.
Sabato, 14 gennaio 2023
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