Amo i crinali: le strade sui crinali. Evito la Faleriense sempre più intasata. Per l’entroterra, preferisco Grottazzolina, Belmonte, Servigliano etc.
Tra Grotta e Belmonte, in territorio di quest’ultimo comune, su un colle spicca un ammasso di massi. Scusate l’assonanza. Sono le Morrecini, «ruderi cementizi di pietra arenaria, conglomerati di calce, rena e ciottoli di fiume, crollati uno a fianco all’altro». Sono i resti di un sepolcreto romano. Nelle viscere, secondo leggenda, vivrebbe una donna intenta a filare al telaio. Non c’è stradello che porti lassù. È un sito abbandonato tra le querce. Peccato! Procedo verso il paese che fu di Silvestro Baglioni, importante fisiologo, che diede spinta agli scavi delle necropoli picene. Visito la chiesa dedicata a San Salvatore. Alle pareti quadri molto suggestivi. Mi colpisce un passaggio dell’omelia del parroco Mauro Antolini. Dice pressappoco che, riguardo alla guerra in Ucraina, se continuiamo a cercare chi ha ragione e chi ha torto, aspettiamoci il peggio. Usciti da messa, una folta comitiva si reca a visitare il Museo dei Piceni. Piccolo ma estremamente significativo. Per guida c’è Valentina, molto preparata. Quanti tesori piceni può ancora restituire la terra belmontese? Tantissimi. La Sovrintendenza ha smesso ricerche e scavi: al momento non c’è spazio per ricoverarli.

Il viaggio continua. All’azienda Fontegranne, Eros Scarafoni ha ospitato un gruppo di amici del Club di Papillon guidati da Pio Mattioli. Raccolgono soldi da inviare all’AVSI per le mense volanti a Kharkiv in Ucraina e ad Aleppo in Siria. Tra le collaboratrici di Eros ci sono due ucraine che hanno preparato il loro piatto tradizionale: il borscht. Contaminazioni positive: le cucine raccontano i popoli!

Le capre mangiano, le mucche idem, i cani scorrazzano sull’aia, il trattore è li vicino, il caseificio a due passi, e poi i campi. Ad arricchire la scena, che sembra tratta da un film di Ermanno Olmi, il gruppo di cui sopra s’è messo a semicerchio, di fronte, su una sedia rimediata al volo, e tutto molto spontaneo, un chitarrista di ben altra professione suona e canta Celentano, Battisti, Paolo Conte.
L’ucraina del borscht sta imparando bene l’italiano, conosce Mina, chiede Fumo blu. Accontentata. È ora del ritorno. Non prima però di intonare insieme La Compagnia di Battisti: «Felicità,
ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già. Tristezza va… Una canzone il tuo posto prenderà».
Una speranza? No, sembra una certezza. Oggi s’è visto.
Domenica, 26 marzo 2023
Rispondi