“La mela” di Bianca Cruciani. Il libro dei 36 modi di dire

Qual è stato il primo proverbio della storia? Forse quello dei Sumeri, ritrovato in una tavoletta del 1800 a. C., dov’era scritto «La cagna con il suo agire troppo frettoloso ha dato alla luce un cucciolo cieco». Bianca Cruciani, docente di lingua e civiltà tedesca, ha compiuto un “cammino” tra i nostri modi di dire. E per ognuno di essi ha trovato e scritto una breve storia. Così è venuto alla luce un prezioso libro intitolato La mela non cade mai lontano dall’albero, che è un altro modo di dire.

Il volumetto edito da Albero Niro è un piccolo scrigno di narrazioni, con una grafica accattivante e una carta raffinata che non sempre si incontra nei libri.

Sono 36 i proverbi che la Cruciani prende in considerazione, da Fare il portoghese a Avere la coda di paglia, da Ritirarsi sull’Aventino a Una mela al giorno toglie il medico di torno.

«Nel corso dei secoli – scrive la nostra autrice – sono stati molti gli autori e pensatori che hanno trattato i proverbi nelle loro opere. Erasmo da Rotterdam, poco più che trentenne, pubblicò a Parigi nel 1500 Adagiorum Collectanea dove passò in rassegna la bellezza di 818 antichi adagi latini, greci, cristiani». La Cruciani ne riprende uno: «Nullus dies omnino malus» che sta per: nessun giorno è interamente da buttare.

Sembra che Bruegel il vecchio: il grande pittore che dipinse i Proverbi Fiamminghi si sia ispirato proprio a Erasmo, «120 sono gli aforismi celati tra le attività quotidiane dei soggetti presi in considerazione dal pittore».

Dai Paesi Bassi, la nostra professoressa si sposta ad Ascoli Piceno, «la città del travertino parlante» dove «numerose sono le massime in latino o in volgare che potete leggere scolpite sulla pietra bianca dei muri delle case, o meglio, sulle architravi di magnifici portali rinascimentali». Se ne stanno lì, muti ed assorti «per assolvere all’imperituro compito di richiamare l’attenzione dei distratti passanti e farli riflettere».

Un lavoro originale, quello dell’autrice originaria di Massa Fermana e insegnante a Fermo.

A partire dalla copertina dove una dama ottocentesca non ha volto se non quello di una mela. Un’ispirazione che proviene probabilmente da Magritte che, facendo il proprio autoritratto, non ne fu soddisfatto. Così cambiò il proprio volto con il frutto di Eva.

Mercoledì 29 maggio 2024

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